Cos’è il crowdfunding?
Il crowdfunding, in italiano finanziamento collettivo, è un processo collaborativo di un gruppo di individui che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. Dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento, il crowdfunding si configura come una forma di crowdsourcing alla cui base c’è una partecipazione attiva da parte di un gruppo di persone, o meglio sostenitori, che decidono di investire su un progetto. Nel crowdfunding quindi gli individui non solo apprezzano ciò che viene proposto, ma partecipano finanziariamente alla realizzazione, in modo che si crea una conversazione tra imprenditori e investitori. In altre parole, il crowdfunding è una forma di micro-finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.
Il crowdfunding trova le sue radici nei paesi anglosassoni, più nello specifico in Australia, in un contesto di forte instabilità economica e di conseguente restrizione e scarsità di credito. È un fenomeno nato in risposta alla necessità di ricerca di fonti alternative di finanziamento, che vede il suo successo nel progresso tecnologico, e nei profondi cambiamenti economici conseguenza della crisi finanziaria di inizio millennio. Il concetto su cui questo si basa è semplice: mettere in relazione in maniera rapida ed efficiente domanda ed offerta, richiesta di credito e investitori. Diversamente che in altre forme di finanziamento, nel crowdfunding le imprese si rivolgono al crowd, alla folla, e quindi a una vasta platea di individui. Accade così che tra di questi, vi possano essere sia investitori professionali che retail, i quali saranno mossi più da fini solidaristici o ideologici, che utilitaristici. È quest’ultimo punto, insieme alla forte componente tecnologica, ad essere la vera e propria chiave di volta del crowdfunding; uno strumento certamente in grado di garantire profitti, ma che presenta anche una forte componente solidaristica. Ciò fa sì che nel crowdfunding non si guarda al solo ricavo, bensì al progetto che viene presentato.
Proprio per le caratteristiche che abbiamo evidenziato: investitori retail; scelte dettate dalle inclinazioni personali dell’investitore; uso della tecnologia; il sistema crowdfunding, è contraddistinto da una sinergia strettissima tra attività di investimento, marketing e comunicazione. È infatti vero che, per raggiungere rapidamente, e in maniera efficiente, l’incontro tra domanda e offerta, siano necessarie competenze trasversali, talvolta avulse dal sistema finanziario. Questo perché, riferendosi ad una folla, per lo più inesperta, l’impresa non può limitarsi a mostrare agli investitori il suo andamento contabile, ma deve anche condividere con essi il suo fine ultimo, la sua mission. Questo aspetto è ancor più vero se si fa presente che il crowdfunding è strumento utilizzato da start-up, PMI, o fondazioni no profit. Le prime, per loro natura, si presentano come un’incognita dal punto di vista dell’andamento finanziario. In parte perché sono realtà giuridicamente in divenire, prive di un bilancio d’esercizio a cui far riferimento; ma anche perché, il più delle volte, si tratta di start-up innovative, che mirano alla creazione di un mercato nuovo, la cui evoluzione è difficile da prevedere. Considerazioni simili valgono per la maggior parte delle micro e piccole imprese, escluse dall’obbligo di presentazione del bilancio presso le Camere di Commercio. Viene da sé che, in un simile contesto, l’investitore sia spinto a finanziare l’impresa perché crede nel suo progetto, o perché ne condivide i fini, e non, invece, perché mosso dal solo profitto.