Cos’è una PMI?
In Italia le PMI – Piccole e Medie Imprese sono presenti sul territorio italiano in un numero significativo: sul totale delle imprese, infatti, le PMI costituiscono oltre il 75%, pari a circa 760mila aziende. Un’impresa può definirsi piccola quando occupa meno di 50 lavoratori e presenta un fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro; si definisce media se occupa non più di 250 persone ed ha un fatturato annuo che non superi i 43 milioni di euro. In presenza di fatturati inferiori a 2 milioni di euro, si parla di microimpresa, la cui aliquota percentuale, sul totale delle PMI, sfiora l’86%. Oltre il 90% delle PMI italiane è composta da imprese che occupano meno di 10 persone e che si concentrano nel settore terziario (circa il 75%). Con l’aumentare delle dimensioni dell’azienda, si riduce la percentuale di società operanti nel settore dei servizi per aumentare il numero delle imprese dedite al settore industriale. Da questi valori dimensionali emerge come la piccola e media impresa, di fatto, rappresenti la struttura portante del sistema produttivo nazionale, andando ad impiegare oltre l’80% della forza lavoro operante sul territorio. Le PMI, infatti, sono le principali interpreti della realtà economica italiana, nell’ambito della quale rivestono un ruolo fondamentale. Uguale importanza rivestono in Europa dove rappresentano il motore dell’economia dove rappresentano il 995 delle imprese. Già nel 2010, si contavano circa 20,8 milioni di unità, di cui circa 19 milioni con meno di 10 dipendenti. Questo significa che il 92% delle PMI sono di fatto micro-imprese. La quota di aziende di maggiori dimensioni, al confronto, è marginale contando circa 43.000 unità (0,2% del totale). Anche a livello di occupazione le PMI rappresentano una fonte essenziale, impiegando circa 87,5 milioni di occupati e andando così a coprire circa i due terzi di tutte le opportunità di impiego presenti a livello europeo. Analoga situazione si registra anche in termini di valore aggiunto: il 58,4% di quello prodotto nel settore privato dell’Unione è riconducibile alle PMI. Ma cos’è una Piccola e Media Impresa? Nella Raccomandazione delle Commissione della Comunità Europea del 6 maggio 2003 troviamo la definizione di piccola e media impresa. Ai sensi dell’art. 2 del presente testo, sono Pmi quelle che:
1. occupano meno di 250 persone
2. il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.
Sempre l’articolo 2 distingue all’interno delle Pmi due categorie:
a) La piccola impresa. Quella che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro.
b) La microimpresa un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro.
Dalla lettura dell’articolo 2 Raccomandazione delle Commissione della Comunità Europea del 6 maggio 2003, risulta che i parametri da considerare per determinare se un’impresa rientra nella categoria delle Pmi sono tre:
a) Gli effettivi;
b) Il fatturato annuo;
c) Totale del bilancio.
Devono essere calcolati negli effettivi: i dipendenti; i soci che hanno svolto per l’impresa un’attività regolare; i proprietari-gestori e tutte quelle persone che lavorano per l’impresa. Non devono essere considerati: i lavoratori che hanno un contratto da apprendista; gli studenti con contratto di formazione, così come le persone che stanno godendo di congedi parentali o di maternità. Infine, per le persone che hanno lavorato per l’impresa solo per una parte di anno, bisognerà calcolare la porzione di anno lavorata, ad esempio se una persona ha lavorato solo per cinque mesi, allora sarà contabilizzata come 5/12 ULA (unità lavorative-anno). Il fatturato annuale, è invece calcolato in base al ricavato dell’impresa dalla vendita di prodotti e/o servizi durante l’anno di riferimento; mentre il totale di bilancio si riferisce al valore dell’attivo della società. Bisogna tenere ben presente che non è necessario soddisfare entrambi questi criteri ma solamente uno dei due, infatti il criterio degli effettivi è sempre obbligatoriamente soddisfabile, mentre si può scegliere quale soddisfare degli altri due.